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Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Firenze

Procura Generale di Firenze

Per non dimenticare - Mario Amato

Il 23 giugno 1980 Mario Amato, sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Roma viene assassinato mentre è in attesa, alla fermata della linea 391, dell’autobus che deve portarlo alla città giudiziaria di Roma. Sono trascorsi circa 100 giorni dagli assassinii dei magistrati Guido Galli, Girolamo Minervini e Nicola Giacumbi, colpiti a morte nel marzo '80 dall'estremismo di sinistra. L'omicidio di Mario Amato viene rivendicato dai Nuclei Armati Rivoluzionari; sarà l’ultimo magistrato vittima del terrorismo politico in Italia. Nella sua carriera si occupa prevalentemente delle indagini sui fenomeni eversivi dei gruppi di estrema destra, attivi nel panorama romano e nazionale nei cd. anni di piombo, proseguendo il lavoro investigativo svolto da Vittorio Occorsio caduto vittima dell'eversione di destra il 10 luglio 1976. Amato fu tra i pochi, dopo il giudice Occorsio, a tentare una lettura globale del terrorismo nero, intuendone le connessioni con la criminalità organizzata e con parti deviate del potere pubblico. Nelle audizioni tenute avanti alla Prima Commissione del Csm (il 25 marzo e il 13 giugno 1980) Mario Amato descriverà la pericolosità del fenomeno ("Sempre a proposito del terrorismo nero devo dire che, pur essendo indubbiamente meno pericoloso allo stato del terrorismo rosso, tale tipo di criminalità ha firmato dal 1979 ben 4 attentati a Roma, uno dei quali ha interessato proprio questo Consiglio e non ha avuto un esito infausto soltanto perché non ha funzionato il timer...") la solitudine e l'inadeguatezza degli strumenti con i quali è costretto a lavorare ("Ebbene, a fronte di questa situazione sono stato lasciato completamente solo a fare questo lavoro per un anno e mezzo. Nessuno mi ha mai chiesto cosa stesse succedendo."..."Siamo in pratica alle soglie di una guerra civile e ci troviamo ancora in queste condizioni! Lavorare nei confronti di organizzazioni quali le associazioni terroristiche senza disporre dei mezzi necessari per collegare i soggetti e i fatti è del tutto inutile così come inutile è, in queste condizioni, che mi si deleghi a fare delle indagini, fra l'altro rischiose, senza pormi in condizione di raggiungere dei risultati e di incidere sul fenomeno"). A quarantadue anni dalla scomparsa, il Consiglio Superiore della Magistratura vuole ricordare Mario Amato attraverso gli atti estrapolati dal fascicolo personale del magistrato e dagli archivi del Consiglio utili a ripercorrerne la carriera professionale e ricostruire il contesto in cui il magistrato si è trovato ad operare. E’ il doveroso omaggio che il Consiglio Superiore rende ad un magistrato probo e tenace che ha dovuto misurarsi e combattere non solo contro il terrorismo ma anche contro la diffidenza e l’isolamento dei "palazzi", e che ha sacrificato la propria vita per continuare ad essere quello che era: un magistrato serio ed onesto, che voleva fare soltanto il proprio dovere.

(tratto da Notiziario della SSM 5/2022)

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